Animali in Costituzione: finalmente un passo avanti al Senato

Un primo risultato nient'affatto scontato, frutto di una mediazione politica. Il cammino verso l'approvazione definitiva è però in salita.
galitskay/iStockphoto
Avv. Alessandro Ricciuti

Avv. Alessandro Ricciuti

Presidente di Animal Law Italia.
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Nella seduta del 23 marzo, la Commissione Affari Costituzionali del Senato, chiamata ad esaminare una serie di disegni di legge di modifica della Costituzione per l’inserimento di una tutela esplicita per ambiente e animali, ha approvato la proposta di adozione del testo base presentato dalla relatrice Maiorino (M5S).

Nella formulazione accolta dalla Commissione è prevista innanzitutto una modifica dell’articolo 9, posto tra i diritti fondamentali e che attualmente si limita a tutelare il paesaggio. Il testo verrebbe così integrato:

La Repubblica tutela l’ambiente e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni; protegge la biodiversità e gli animali.

All’interno dell’art. 41, che tutela l’iniziativa economica privata, verrebbe precisato che questa non può recare danno «alla salute e all’ambiente», inoltre alla legge verrebbe attribuita la facoltà di indirizzarla e coordinarla a fini ambientali.

L’art. 117 disciplina invece il riparto di competenze tra Stato e Regioni. Con la nuova formulazione, lo Stato avrebbe competenza sulla legislazione in materia di animali, oltre che nella tutela dell’ambiente e degli ecosistemi.

Questo testo era stato individuato all’esito dei lavori di un Comitato ristretto, che aveva esaminato i sette disegni di legge costituzionale sul tema, raggiungendo un consenso ampio ma non unanime sulla formulazione da adottare come testo base. In Commissione hanno invece votato a favore della proposta tutti i gruppi tranne la Lega (Calderoli, Grassi, Augussori) e Forza Italia (Vitali, astenuto).

Dopo il nostro appello, lanciato congiuntamente a una serie di associazioni attive nella tutela degli animali e dell’ambiente, possiamo dirci soddisfatti di assistere a questo primo passo in avanti verso il fondamentale riconoscimento degli animali e dell’ambiente anche nella nostra Costituzione, come già avvenuto in altre parti del mondo.

Non si trattava di un risultato affatto scontato, considerato che fra le sette proposte di modifica dell’art. 9, soltanto due — quella della Senatrice Loredana Depetris (LEU) e quella del Senatore Gianluca Perilli (M5S) — contenevano un esplicito riferimento agli animali. In particolare, la proposta della Depetris era quella più articolata, in quanto prevedeva il riconoscimento degli animali come esseri senzienti — già sancito dal Trattato di Lisbona del 2007 — con l’impegno aggiuntivo a promuovere e garantire «un’esistenza compatibile con le loro caratteristiche etologiche».

Purtroppo dobbiamo prendere atto che il testo adottato dalla Commissione non contiene alcun riferimento agli animali come “esseri senzienti”. Questa formulazione rappresenta infatti una mediazione tra le richieste sollevate dalle varie forze politiche, delle quali inevitabilmente è stato necessario tenere conto, a maggior ragione nel mettere mano alla calesse fondamentale dello Stato.

Al riguardo, la stessa Depetris ha osservato che il testo base è «una sintesi efficace tra posizioni differenti, con un testo unificato che resta aperto a eventuali proposte di modifica in sede referente». Anche per il Senatore Ferrazzi (PD) il nuovo testo è «un punto di convergenza, dopo un ampio dibattito in Comitato ristretto, che ha consentito di superare alcune contrapposizioni, rinunciando all’inserimento della tutela degli animali quali “esseri senzienti”».

Allo stesso modo, resta ancora possibile che una volta approdata in aula la proposta possa essere modificata in peggio, con l’esclusione degli animali. Motivo per il quale è necessario mantenere alta l’attenzione e la vigilanza sul tema.

Purtroppo la breve durata residua della legislatura lascia molti dubbi sulla possibilità che possa essere completato l’iter rafforzato necessario per l’approvazione delle leggi costituzionali, le quali — come previsto dall’art. 138 della Costituzione stessa — devono essere approvate da ciascun ramo del Parlamento con due distinte deliberazioni a distanza di almeno tre mesi; inoltre, nella seconda votazione è richiesta la maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna camera.

Da parte nostra, continueremo a seguire da vicino i prossimi lavori parlamentari, informandovi puntualmente sui progressi dell’iter di questo disegno di legge.

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