Senza gabbie è possibile: presentato il report su conigli e quaglie

Si è tenuto ieri, 29 novembre 2022, il convegno organizzato da Animal Equality, CIWF Italia, Essere Animali e HSI/Europe per la coalizione italiana End The Cage Age.
Report Senza gabbie è possibile, per tutti gli animali
Arianna Santini/AnimalEquality
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Senza gabbie è possibile, per tutti gli animali. Questo è il titolo dell’evento di ieri, 29 novembre 2022, organizzato da Animal Equality, CIWF Italia Onlus, Essere Animali e HSI/Europe per la coalizione italiana End the Cage Age, di cui ALI è parte.
Al centro della discussione c’è stato il report sul passaggio a sistemi cage-free per conigli e quaglie realizzato dal CRPA – Centro Ricerche Produzioni Animali.

Verso la transizione anche per conigli e quaglie

In Europa, ogni anno, oltre 300 milioni di animali (galline, scrofe, vitelli, conigli, quaglie e anatre) vengono ancora allevati in gabbia, per tutta o una parte significativa della loro vita. Oltre 40 milioni di loro solo in Italia. In risposta all’Iniziativa dei Cittadini Europei End the Cage Age, la Commissione Europea si è impegnata a proporre entro il 2023 una normativa per eliminare l’utilizzo delle gabbie nell’allevamento.
Una parte importante del convegno ha riguardato la presentazione del report “Valutazione dell’impatto economico dell’eliminazione delle gabbie negli allevamenti di conigli da ingrasso e quaglie” realizzato dal CRPA – Centro Ricerche Produzioni Animali – per conto di CIWF Italia, Essere Animali e HSI/Europe. Il documento analizza in dettaglio i costi di passaggio a sistemi cage-free per conigli da ingrasso e quaglie, sia ovaiole che allevate per la loro carne, in Italia.

Da sinistra: Martina Pluda (direttrice per l’Italia di HSI/Europe), Claudio Pomo (responsabile Sviluppo di Essere Animali), Annamaria Pisapia (direttrice di CIWF Italia), Alessandro Gastaldo (ricercatore del CRPA) e Alice Trombetta (direttrice di Animal Equality Italia). Credits immagine: Arianna Santini/Animal Equality

Nel caso dei conigli, le gabbie bicellulari — che non danno alcuna garanzia in termini di benessere animale — possono essere sostituite dai sistemi park: recinti sopraelevati e privi di copertura, in cui gli animali sono in grado di esprimere alcuni dei loro comportamenti naturali più elementari, come quello di saltare e nascondersi. Per quanto riguarda le quaglie, le gabbie in cui sono stipate decine di animali, possono essere sostituite da sistemi “free-to-fly”.
Secondo lo studio, nelle 4 regioni che allevano l’80% dei conigli da ingrasso (Veneto, Piemonte, Lombardia e Friuli Venezia-Giulia), il costo totale di investimento per effettuare la dismissione delle gabbie e il passaggio al sistema park ammonterebbe a circa 150 milioni di euro. Per le quaglie invece, su base nazionale, a 1,7 milioni di euro per le quaglie produttrici di uova, mentre 810.000 euro per quelle allevate per la loro carne.

Gli interventi delle parlamentari

L’evento ha visto gli interventi anche delle parlamentari Eleonora Evi (Alleanza Verdi e Sinistra), Michela Vittoria Brambilla (Misto) e Alessandra Maiorino (Movimento 5 Stelle).
Evi ha dichiarato: «Una mobilitazione straordinaria di cittadini europei e il lavoro instancabile di moltissime ONG hanno portato a ottenere l’impegno storico da parte della Commissione europea di proporre nel 2023 una legislazione per abbandonare l’allevamento in gabbia. Ora tocca alla politica ascoltare i richiami della scienza e agire. Non ci sono più scuse, la transizione verso sistemi di allevamento cage free sono fattibili. E l’Italia, ancora fanalino di coda, deve fare la sua parte, sia a livello nazionale che europeo per porre fine una volta per tutte alla barbarie dell’allevamento in gabbia».

Michela Vittoria Brambilla, da sempre impegnata nella tutela degli animali e parte della coalizione End The Cage Age con l’associazione LEIDAA, ha commentato: «Al governo del mio paese, e agli stessi operatori economici del settore, chiedo di appoggiare convintamente la transizione ad un allevamento senza gabbie per il quale si è già impegnata la Commissione europea. Allo scopo non bisogna avere esitazioni a spendere di più: “Tutto ciò che serve”, per una battaglia di modernità e di civiltà».

«Passare ad un sistema di allevamento senza gabbie non solo è possibile, ma è doveroso per rispettare il benessere degli animali e tutelare la salute umana. — ha affermato Alessandra Maiorino — Non dimentichiamo però che tale istanza nasce soprattutto da un’accresciuta presa di coscienza e sensibilità dei cittadini e delle cittadine rispetto ad un sistema che vede ancora degli esseri senzienti, gli animali, appunto, sfruttati alla stregua di una semplice merce, costringendoli a subire trattamenti inumani. Come Movimento 5 Stelle abbiamo sposato la causa End the Cage Age, inserendola anche nel nostro programma politico, in quanto siamo convinti che sia necessario trovare un nuovo equilibrio tra uomo e ambiente».

L’impegno di End The Cage Age continua

Da sinistra: Claudio Pomo (responsabile Sviluppo di Essere Animali), Marcello Volanti (medico veterinario), Annamaria Pisapia (direttrice di CIWF Italia), Alice Trombetta (direttrice di Animal Equality Italia) e Martina Pluda (direttrice per l’Italia di HSI/Europe). Credits immagine: Arianna Santini/Animal Equality

A nome di tutta la coalizione italiana End The Cage Age, Animal Equality, CIWF Italia, Essere Animali e HSI/Europe hanno rinnovato l’appello al Governo italiano a dare il proprio fondamentale contributo sia sostenendo il divieto legislativo delle gabbie a livello europeo sia avviando, tramite politiche economiche mirate, la transizione cage-free anche in ambito nazionale. «Lo studio del CRPA ha mostrato fattibilità e costi. Non ci sono scuse. Bisogna solo volerlo. Chiediamo al Governo di investire nella transizione cage-free senza indugi», hanno affermato le associazioni.
«Un divieto legislativo all’uso delle gabbie in allevamento è, tra tante, la conquista più grande che possiamo ottenere nel prossimo futuro. Con l’impegno della Commissione Europea, siamo molti più vicini a realizzarla. Continueremo a lavorare senza sosta affinché questo sistema crudele, primitivo e obsoleto venga relegato al passato per tutti gli animali», ha concluso Annamaria Pisapia, direttrice di CIWF Italia, chiudendo l’incontro.

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