No Animal Left Behind: gli animali allevati continuano a soffrire e l’Europa deve agire

Denunce e indagini sotto copertura mostrano che è urgente innalzare gli standard di benessere degli animali allevati. La revisione in corso della legislazione potrebbe essere un punto di svolta, ma dobbiamo impegnarci affinché nessuno freni il cambiamento.
Anneliese Gruenwald-Maerkl / iStock
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Gli animali allevati in Europa continuano a soffrire. La scorsa settimana, insieme agli altri membri di Eurogroup for Animals, abbiamo consegnato alla Commissione le prove delle miserabili condizioni in cui ancora versano polli, maiali, mucche, conigli e pesci. Le testimonianze raccolte dovrebbero corroborare l’impegno profuso nella revisione delle legislazione del benessere animale prevista per la fine del 2023.

La campagna No Animal Left Behind

La Commissione europea, a ottobre 2023, proporrà la sua bozza di revisione della legislazione sul benessere degli animali, un documento potenzialmente in grado di cambiare la vita di milioni di esseri senzienti in tutto il territorio dell’Unione europea. Ad oggi le norme già vigenti non riescono a garantire una vita dignitosa agli animali allevati: lo testimoniano denunce e indagini sotto copertura che, nel corso degli anni, si sono avvicendate mostrandoci come polli, maiali, mucche, conigli e pesci continuino a soffrire all’interno degli allevamenti intensivi, non solo per violazioni di legge ma anche per pratiche tuttora consentite che provocano dolore inutile.
Con la revisione prevista abbiamo realmente la possibilità di ridisegnare un futuro migliore per gli animali allevati ed ecco perché stiamo per rilanciare la campagna No Animal Left Behind.

Chiediamo alla Commissione europea di migliorare il benessere animale

La legislazione sul benessere degli animali dovrebbe superare il concetto di sofferenza e promuovere attivamente uno stato positivo di salute e benessere. In base a questo, abbiamo stabilito alcune priorità per leggi che migliorino realmente la vita degli animali allevati:

  • una buona salute, tutti gli animali dovrebbero essere sani, in forma e integri;
  • una vita felice, in uno spazio abbastanza ampio per prosperare;
  • nessun trasporto di animali vivi;
  • la possibilità di esprimere i comportamenti caratteristici della propria specie;
  • una buona alimentazione, con cibo nutriente e acqua pulita;
  • la presenza di stimoli ed esperienze positive;
  • l’ampliamento delle specie da tutelare, perché tutti gli animali hanno bisogno di protezione e cura.

Gli ostacoli verso un futuro di maggiore tutela per gli animali allevati

Ora la Commissione europea ha l’opportunità di fornire, in linea con gli obiettivi della strategia Farm to Fork, una base giuridica per standard che consenta agli animali allevati di condurre un’esistenza veramente degna di essere vissuta e per l’eliminazione di tutte quelle pratiche che non possano soddisfare tali requisiti. Solo così le aspettative dei cittadini europei, che hanno mostrato più volte una maggiore consapevolezza e sensibilità, sarebbero soddisfatte e nessun animale verrebbe lasciato indietro.
Una valutazione formale d’impatto sulle prossime proposte dovrebbe essere finalizzata entro l’inizio di aprile. La legislazione dovrà essere all’altezza delle prospettive avanzate: nel 2021 la Commissione europea si è impegnata per vietare le gabbie negli allevamenti entro il 2027 e i consulenti scientifici dell’UE dicono anche che i vitelli non svezzati non dovrebbero essere trasportati.

Nonostante il forte sostegno pubblico, mostrato per l’Iniziativa dei Cittadini Europei End The Cage Age e per la campagna No Animal Left Behind, le pressioni dell’industria alimentare potrebbero indebolire la determinazione della Commissione europea. È per questo motivo che, con Eurogroup for Animals, abbiamo consegnato un video e una relazione alla Commissaria europea per la salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, con le prove delle condizioni di sofferenza che gli animali sono oggi costretti a sopportare.

Reineke Hameleers, CEO di Eurogroup for Animals, commenta: «Le nuove incisive testimonianze dimostrano ancora una volta che l’UE è responsabile della più grande crisi del benessere degli animali di sempre: l’allevamento industriale di animali. Gli animali sono stati decimati in oggetti come ingranaggi di una grande macchina, mentre la legislazione dell’UE avrebbe dovuto soddisfare i loro bisogni naturali. Quest’anno la Commissione europea ha l’opportunità unica nella vita di voltare pagina. È fondamentale evitare cambiamenti tecnocratici ma essere audaci e ambiziosi».

Alessandro Ricciuti, presidente di Animal Law Italia, commenta: «L’Europa è da sempre un faro nel progresso delle normative a tutela degli animali nel settore zootecnico e questa occasione non va sprecata: è necessario un rinnovamento ambizioso con un orizzonte di lungo periodo, che incentivi il passaggio a un allevamento di tipo estensivo, anche alla luce delle evidenze scientifiche sempre più pressanti sulle capacità e sulle esigenze degli animali. D’altronde lo chiede la società, che mostra un interesse crescente verso questi temi: è tempo che la politica scelga senza farsi influenzare dall’industria».

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