Dagli USA un vento di progresso per i diritti degli animali

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Avv. Alessandro Ricciuti

Presidente di Animal Law Italia.

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Nella storia della democrazia statunitense, le elezioni di età mandato diventano tradizionalmente un’importante occasione per l’esercizio della democrazia diretta, tramite l’abbinamento al voto politico di varie consultazioni locali, spesso riguardanti iniziative promosse direttamente dai cittadini. Anche nel corso dell’ultima tornata del 6 novembre, gli elettori sono stati chiamati a decidere su una lunga serie di quesiti referendari, due dei quali riguardanti gli animali.

In California, dove gli elettori si sono pronunciati complessivamente su 11 quesiti locali, la Proposition 12 imponeva la fissazione di misure minime da destinare a maiali, galline ovaiole e vitelli negli allevamenti, vietando la vendita di carni ottenute da animali confinati in spazi troppo ristretti, mentre in Florida le urne erano aperte per decidere sull’abolizione delle tradizionali corse dei levrieri.

Anche se il risultato è valido soltanto a livello locale, questi referendum hanno interessato due tra gli Stati più ricchi e popolosi degli USA e hanno quindi una rilevanza nazionale (e non solo). Esaminiamo nel dettaglio le novità.


Il bando delle gabbie in California

In California il 61,18% degli elettori (pari a oltre 5 milioni e mezzo di voti) ha votato sì al quesito che chiedeva di stabilire dei requisiti minimi di spazio per vitelli , maiali e galline ovaiole, nonché di vietare la vendita di carne ottenuta da animali confinati in spazi al di sotto di tali requisiti. Questa proposta era stata presentata e sostenuta da una vastissima coalizione di organizzazioni, che avevano raccolto ben 660.000 firme.

Il risultato concreto sarà che galline ovaiole, scrofe e vitellini non potranno più essere confinati in gabbia ma avranno a disposizione recinti o capannoni con uno spazio minimo individuale stabilito per legge. In particolare, dal 2022 le galline ovaiole dovranno essere allevate in California necessariamente con sistemi cage-free che forniscano almeno 1 piede2 (circa 930 cm2) per ciascun esemplare.

Nel 2008 la Humane Society aveva promosso sempre in California un’altra iniziativa — passata con il 63,2% di voti favorevoli ed entrata in vigore nel 2015 —  per vietare la detenzione di scrofe gravide, vitelli e galline ovaiole in condizioni tali da impedire loro di girare liberamente intorno a sé stessi, alzarsi e stendere completamente le zampe. Non venivano però richieste delle misure minime per definire la detenzione vietata e ci si basava sull’osservazione del comportamento animale e della libertà di movimento per ciascun singolo esemplare. La precedente normativa, inoltre, non vietava la vendita di animali allevati in condizioni peggiori, ad esempio allevati negli Stati limitrofi.


Il precedente del Massachussets

Nel 2016, gli elettori del piccolo Stato a nord di New York avevano approvato con una maggioranza del 78% una proposta molto simile a quella californiana, che prevedeva non soltanto la messa fuorilegge dal 2022 di allevamenti con spazi troppo ristretti — “extreme confinement”, come già fatto da altri 10 Stati in precedenza — ma anche, per la prima volta, il divieto di vendere prodotti animali realizzati con questi sistemi di contenzione.

La nuova legge californiana ha il pregio aggiuntivo di indicare in modo chiaro e non arbitrario le dimensioni minime degli spazi a disposizione di ciascun animale, con il risultato che tutti i sistemi in gabbia diventano finalmente illegali.


Il bando alle corse dei levrieri

Le corse dei levrieri sono diffuse nel mondo anglosassone e attivamente praticate nel Regno Unito, in Irlanda, Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica.

Negli USA, già 39 Stati hanno vietato le corse, perciò i cinodromi ancora attivi si sono ridotti ad appena 17, dei quali 11 sono in Florida, mentre gli altri 6 sono divisi tra altri quattro Stati meridionali (Texas, Alabama, Arkansas and West Virginia).

Il 6 novembre il 68% dei votanti della Florida si è espresso a favore del Amendment 13, che chiedeva di vietare a partire dal 2021 le scommesse a pagamento per corse effettuate nello Stato. Le scommesse su corse che si svolgono in altri Stati resteranno legali, almeno per il momento.

Ciononostante, questo settore è al capolinea, anche per via di indagini e denunce da parte di associazioni animaliste, che anche laddove non sono riuscite a vietare le corse, sono state in grado di imporre standard sempre più elevati di benessere animale, provocando un aumento esponenziale delle spese, tanto che in Florida molti cinodromi operano in perdita.

A ciò si aggiunge la mutata sensibilità della popolazione, che vede sempre meno di buon occhio queste manifestazioni. Il risultato è che il numero di scommettitori è drasticamente calato negli ultimi decenni e, in parallelo, anche il numero di cinodromi attivi si è ridotto.

Possiamo quindi dire che negli Stati Uniti le Greyhound races sono in una fase agonizzante, dal quale speriamo non si riprenda più.


L’impatto di queste leggi

Il sistema federale americano prevede che ciascuno Stato possa approvare proprie leggi su una vasta di materie, tra cui tutte quelle riguardanti il benessere animale. La situazione normativa è quindi molto frammentaria.

Ciò non toglie che l’impatto di queste nuove leggi sulle relative industri sarà notevole, perché la California è lo Stato più popoloso degli USA con 38 milioni di abitanti e vi è una rilevante concentrazione di allevamenti, mentre la Florida come abbiamo visto ospita ben 11 dei 17 cinodromi ancora in attività.

California e Florida sono quindi considerati Stati-chiave, in grado di influenzare le decisioni dell’industria a livello nazionale e non solo. Non resta quindi che attendere per vedere altri importanti risultati anche nel resto degli USA.


E in Europa?

L’iniziativa europea dei cittadini “End the Cage Age” mira ad abolire l’utilizzo delle gabbie negli allevamenti in tutta Europa.

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