Gianrico Carofiglio: “CON I PIEDI NEL FANGO”

La visione che della politica ha l’ex magistrato e l’ex parlamentare, rappresentata con la riconosciuta abilità stilistica dell’affermato scrittore.

Non sarà forse ricordata come la migliore produzione di Carofiglio ma credo che il creatore dell’avvocato Guerrieri non ne avesse l’ambizione.

In poche paginette l’Autore racconta — nella forma del dialogo — quella che secondo lui dovrebbe essere la politica, che invece è un’altra cosa. Preoccupata più dei sondaggi o delle risposte via Twitter (ogni riferimento ritengo sia puramente voluto) che delle sorti del paese. Cita Peter Singer e un suo libro “Salvare una vita si può”, richiamando la metafora del laghetto, dove tanti “umani” affogano a causa di scelte politiche ed economiche sbagliate verso cui tanti mostrano e continuano a mostrare indifferenza.

Condivisibile o meno, è la visione che della politica ha l’ex magistrato e l’ex parlamentare, rappresentata con la riconosciuta abilità stilistica dell’affermato scrittore.

Personalmente la condivido e ritengo che si adatti alla battaglia animalista, dove a volte si palesa la tendenza (e quindi la difficoltà) ad essere sempre contro qualcuno o qualcosa. I riferimenti a Popper, a Singer credo siano conferma di questa mia personale e forse presuntuosa intuizione.

Per Carofiglio, ringhiare contro gli avversari, denigrarli, disprezzarli produce una gratificazione molto intensa, però breve e tossica. La politica non può non avere consapevolezza della possibilità del cambiamento che può avvenire indipendentemente da noi. Anche attraverso il compromesso, quello — e solo quello — che può essere mostrato perché figlio della convinzione per la quale «nelle opinioni altrui, degli avversari, c’è sempre qualcosa di giusto, da accettare e includere».

È un passaggio fondamentale. In ogni punto di vista vi è una parte di ragione perché ciascuno ha la propria ragione che non sempre coincide con la legalità che altro non è che una sintesi, appunto, un compromesso — inteso come sopra — delle diverse ragioni.

Carofiglio, al quale indubbiamente riesce bene giocare con le parole e con i loro diversi significati, anche e soprattutto antitetici, ritiene la “approssimazione” qualcosa di positivo dal momento che alla verità e alle soluzioni migliori ci si avvicinerebbe per prove e tentativi, soprattutto mostrando tolleranza. La realtà è osservata da diversi punti di vista e tale osservazione produce sistemi di credenze molto differenti tra loro ma tutti muniti di elementi di verità che non possono essere ignorati.

Umberto Veronesi — sul cui orientamento verso e in favore degli animali non credo vi possano essere dubbi — diceva che le classificazioni disvelano la tendenza a trasformare un sentimento civile in una bandiera dietro la quale invece di un confronto di idee si propende ad uno scontro polemico e ideologico. E come tale destinato a creare quello che Carofiglio chiama pericoloso “sdegno” che invece dovrebbe essere emotiva “indignazione”.

Il libro si chiude con una declinazione di un principio che non può non appartenere anche a chi si batte per il riconoscimento di una differente coscienza morale, etica e giuridica tra animali non umani e animali umani: «L’azione politica efficace è quella fatta di approssimazioni successive, non di tutto e subito poiché le rivoluzioni che durano sono quelle fatte di spostamenti di tasselli, di cambiamenti piccoli all’apparenza ma che mettono in moto benefici smottamenti».

Valerio Pocar docet.

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