Maltrattamento di animali: nel Regno Unito elevate le pene

Fino a cinque anni di carcere per chi maltratta animali: la decisione del Parlamento dopo una serie di casi che hanno scosso fortemente l'opinione pubblica.
Avv. Alessandro Ricciuti

Avv. Alessandro Ricciuti

Presidente di Animal Law Italia.

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Fino a cinque anni di carcere, questa è la nuova pena che nei casi più gravi potrà essere inflitta a chi viene condannato per maltrattamento di animali nel Regno Unito. Il Parlamento di Westminster ha infatti approvato una nuova legge, in vigore da oggi, che eleva le pene massime adeguandole a quelle in vigore in Irlanda del Nord e altri paesi anglosassoni.

In precedenza, la pena massima in vigore oltremanica era di appena 6 mesi di reclusione: una sanzione ritenuta del tutto insufficiente dall’opinione pubblica, che era rimasta scossa da recenti casi di cronaca, come la vicenda di un tale che aveva acquistato alcuni cuccioli con l’unico scopo di incrudelire sugli stessi con violenza, fino a soffocarli e ucciderli a coltellate. In aggiunta all’inadeguatezza per reprimere casi simili, la pena massima di soli sei mesi di reclusione si era dimostrata priva di potere deterrente.

Con questa legge il Regno Unito si porterà al pari con quanto già previsto in Irlande del Nord, Repubblica di Irlanda, Canada e Australia, dove la pena massima per il maltrattamento di animali era stata già da tempo portata a 5 anni. I nuovi limiti di pena si applicheranno anche a chi organizza combattimenti tra cani.

Come riferisce il Guardian, il Ministro per l’Ambiente con delega alla tutela degli animali, Michael Gove, ha dichiarato: «Siamo una nazione di amanti degli animali, dobbiamo quindi assicurare che coloro che commettono crudeltà tanto tremende verso gli animali possano essere puniti con pene severe». Gove ha aggiunto che la nuova legge risponde alle richieste delle corti di giustizia, che avevano più volte avanzato una richiesta di elevare le pene.

Va detto che il Regno Unito è una nazione molto attenta al benessere degli animali, tanto che già nel 1822 era stata approvata una legge contro il trattamento crudele del bestiame e nel 1835 era entrata in vigore una prima legge che tutelava tutti gli animali contro la crudeltà, poi aggiornata nei decenni successivi per includere una seri di limiti alla vivisezione.

In Italia, l’art. 544-ter del codice penale prevede come pena per il maltrattamento la reclusione da tre ai 18 mesi, una sanzione da più parti considerata inadeguata, anche perché — salvo i casi di recidiva — è sostanzialmente impossibile che i colpevoli finiscano in galera, potendo optare sulla sospensione condizionale della pena. Se scoperto, chi maltratta o uccide animali viene quindi condannato esclusivamente al pagamento di una multa molto salata. Alla luce dell’evoluzione sociale e della richiesta di elevare le pene per questi reati in tutto il mondo, la richiesta di mettere mani alle sanzioni anche nel nostro paese si fa sempre più pressante.

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