Non è un pesce d’aprile! Il “benessere animale” è in serio pericolo

La coalizione contro le bugie in etichetta scende in piazza per chiedere di non svuotare di significato la certificazione "benessere animale".
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Un vero inganno: questa la denuncia portata avanti da una coalizione di 14 associazioni contro il decreto interministeriale prossimo all’approvazione con il quale verrà istituito il Sistema Qualità Nazionale Benessere Animale (SQNBA). Si tratta infatti di un sistema di etichettatura volontario che, in assenza di alcune imprescindibili modifiche, risulterebbe in un danno concreto per i consumatori ma anche nei confronti degli allevatori attenti al benessere animale.

Questa mattina, innanzi le sede istituzionali dei Ministeri della Salute e della Politiche agricole si è svolta una manifestazione pacifica, per chiedere ai Ministri Roberto Speranza e Stefano Patuanelli di fermare l’approvazione di un decreto che tradisce ogni aspettativa di informazione chiara e affidabile.

Un grande striscione è stato srotolato lungo il Ponte Garibaldi da 12 attivisti che rappresentavano la coalizione contro le “bugie in etichetta”, di cui fa parte anche Animal Law Italia insieme a altre 13 organizzazioni.

Gli attivisti in azione sul Ponte Garibaldi, davanti alla sede del Ministero della Salute

Non si tratta della prima azione di protesta svolta dalla coalizione. Lo scorso 29 marzo sono stati oltre 20.000 i tweet che, grazie ai sostenitori della campagna, hanno richiamato l’attenzione dei due Ministri sul problema. La numerosa partecipazione alla protesta odierna e alle attività degli scorsi mesi evidenzia con chiarezza la posizione dei cittadini e la necessità di intervenire per ascoltare la loro denuncia. Numerosissime le comunicazioni che sono state rivolte dalle associazioni agli uffici ministeriali per mettere in luce alcune criticità che si rende imprescindibile evidenziare al fine di scongiurare il concreto rischio al quale si va incontro.

Manca innanzitutto la previsione di plurimi livelli differenziati, chiaramente identificabili in etichetta, che permettano al consumatore di conoscere efficacemente quale sia il grado di tutela del benessere animale garantito in relazione al prodotto che stia acquistando. In sua vece, un’unica dicitura sotto il claim di “benessere animale”, totalmente inadatta a chiarire il significato concreto della stessa. Tra gli indici che il decreto prevede vengano utilizzati per la compiuta valutazione del benessere animale mancano inoltre criteri imprescindibili, quali il rispetto dei bisogni etologici di specie, la densità di allevamento e le condizioni di trasporto. Se ciò non bastasse concorrono a tale definizione le emissioni nell’ambiente, un riferimento che nulla ha a che vedere con la misurazione dello stato di benessere degli animali.

La coalizione contro le bugie in etichetta chiede con forza che vengano ascoltate le sue richieste, per incentivare un’efficace transizione verso sistemi di allevamento non intensivi. Una richiesta essenziale in un momento storico in cui il sistema agroalimentare europeo subisce una forte crisi causata dalla guerra in corso e dall’altissima richiesta di cereali proveniente da questo tipo di allevamenti. Il rischio concreto che si prospetta è quello dell’adozione di uno strumento di informazione che disattenda completamente le richieste della cittadinanza.

Purtroppo le richieste avanzate sono rimaste fino a oggi del tutto inascoltate.

Senza queste modifiche essenziali, etichettare con il claim ʽbenessere animaleʼ i prodotti sarà un mero atto di inganno nei confronti dei consumatori e degli allevatori che già hanno avviato una transizione, a scapito di una maggiore tutela degli animali allevati

Questa la dichiarazione conclusiva rilasciata dalla coalizione contro le bugie in etichetta a margine della protesta odierna.

VUOI AIUTARCI?

Invia una email ai ministri per chiedere di riconsiderare questo schema di certificazione. Per farlo, ti basterà cliccare sul bottone in basso: aprirà un nuovo messaggio all’interno del programma email predefinito sul tuo dispositivo con destinatari, oggetto e testo già inseriti! Ricordati solo di aggiungere il tuo nome in fondo prima dell’invio.

Se l’invio automatico non dovesse funzionare dal tuo dispositivo, puoi comporre la mail manualmente. Clicca sul pulsante per leggere i destinatari, l’oggetto e i testi.

Invio manuale

N.B. = Puoi scegliere di modificare l’oggetto e il testo come preferisci.

a: segreteriaministro@sanita.it, segretariato.generale@sanita.it, ministro@politicheagricole.it, urp@politicheagricole.it

ccn: campagne@essereanimali.org

OGGETTO: Non approvate un’etichettatura ingannevole!

Gentilissimi,

mi permetto di scrivervi perché ho saputo che i Ministeri delle Politiche Agricole e della Salute hanno elaborato una certificazione che permetterebbe di definire benessere animale anche prodotti che provengono da allevamenti in cui gli animali sono costretti in condizioni misere.

Questa nuovo sistema di etichettatura non tutela né i cittadini né gli animali, per questo ci rivolgiamo a voi per incoraggiarvi a intraprendere una revisione urgente proponendo una certificazione che favorisca davvero la transizione ecologica e dia informazioni chiare e trasparenti in etichetta per i consumatori.

Con la proposta attuale continuerà a essere finanziato chi alleva intensivamente con standard ancora troppo bassi per garantire davvero un benessere animale reale ed è davvero inaccettabile.

Scegliere di continuare sulla strada di questa certificazione così opaca e ingiusta non renderebbe inoltre possibile per i consumatori conoscere in modo chiaro e trasparente la classificazione degli allevamenti e le reali condizioni degli animali nel sistema di produzione attuale.

Senza gli adeguati cambiamenti, questo sistema di etichettatura diventerebbe solo un modo per impedire standard più adeguati per gli animali e per garantire invece a tutti i produttori fondi pubblici e fondi europei, anche quando il loro comportamento non rispetta le disposizioni comunitarie e indipendentemente dalla reale condizione degli animali allevati nei loro stabilimenti.

Vi chiedo di schierarvi dalla parte dei cittadini e di non approvare una certificazione ingannevole che non tutela né i consumatori né gli animali.

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