Broiler: le attuali leggi europee si occupano del loro benessere?

I polli da carne sono un prodotto della selezione umana e vanno incontro a gravi problemi di benessere. La campagna No Animal Left Behind chiede di proteggerli dalla sofferenza.
lesichkadesign / iStock
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I broiler, polli da carne, sono tra gli animali più allevati e consumati in Europa, ed è quindi fondamentale che la Commissione europea inserisca norme che tutelino il loro benessere nella revisione della legislazione attualmente in corso.

Chi sono i broiler?

A quali animali ci riferiamo quando parliamo di broiler? I broiler sono polli specificamente incrociati per ottenere una crescita molto rapida, raggiungendo il loro peso commerciale (2,2 kg) in 38-40 giorni. Come descritto nel documento di Eurogroup for animals, 2021 No Animal Left Behind report, in tutta l’Unione europea, circa il 90% dei polli da carne sono allevati in sistemi intensivi al chiuso e fino al 5% in allevamenti all’aperto (dati del 2019). La maggior parte, quindi, non può uscire all’aria aperta e soddisfare le proprie esigenze etologiche, attuando tutti quei comportamenti tipici della propria specie.

Antropocene e polli

L’allevamento di polli da carne in Europa e nel mondo è così diffuso e ha talmente modificato le caratteristiche della specie di partenza da essere stato citato anche tra i possibili segnali dell’inizio dell’Antropocene, l’epoca geologica attuale, in cui l’ambiente terrestre è fortemente condizionato, su scala locale e globale, dagli effetti dell’azione umana. Un articolo scientifico, pubblicato nel 2018 su Royal Society Open Science, afferma che i polli da carne sono stati così tanto modificati attraverso la selezione umana, che le loro ossa posseggono delle caratteristiche tipiche (sono più grandi, chimicamente più omogenee, ma meno dense e deformi in confronto a quelle dei loro antenati) per cui potrebbero diventare, in un futuro lontano, fossili distintivi dell’Antropocene, l’epoca in cui l’essere umano ha esercitato un pesante impatto sul Pianeta.

I numeri forniti dalla pubblicazione sono inquietanti: i polli sono gli uccelli più numerosi del mondo con una popolazione di 22,7 miliardi (dati FAOSTAT del 2018) e, in Europa, la popolazione di polli domestici nel 2009 (1,9 miliardi) era superiore alla popolazione complessiva delle 144 specie di uccelli selvatici più numerose (1,6 miliardi).
Per avere volatili che fornissero sempre più carne, per mezzo della selezione e delle pratiche di allevamento, l’essere umano è riuscito a raddoppiare le dimensioni del loro corpo rispetto al periodo tardo medievale e, addirittura, ad aumentarne di 5 volte la massa corporea dalla metà del XX secolo ad oggi. Modifiche che hanno portato ad avere animali che non sopravviverebbero senza l’intervento umano e che, a causa delle caratteristiche acquisite, vivono delle brevi e miserabili esistenze.

I problemi di benessere animale e i pareri dell’EFSA

Infatti, come riporta l’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare), attualmente i problemi di benessere in questi polli sono legati in buona parte alla selezione genetica volta ad aumentarne la produttività. Per i broiler le principali preoccupazioni in termini di benessere individuate e associate alla selezione genetica sono connessi ai disturbi scheletrici che a loro volta portano a zoppia, dermatite da contatto, irregolarità anatomiche e sindrome della morte improvvisa.
Secondo EFSA per migliorare il benessere di questi animali, si dovrebbe evitare l’uso di gabbie, ridurre la densità di allevamento per fornire spazio sufficiente agli uccelli, adoperare piattaforme sopraelevate che consentano a tutti i polli di riposare e diano la possibilità di fuggire l’uno dall’altro, usare verande coperte per permettano loro di esplorare, razzolare e fare bagni di sabbia, impiegare lettiere friabili e arricchimenti, evitare le mutilazioni (il debeccaggio, il taglio di una parte del becco nei pulcini, e l’amputazione della cresta e degli speroni) e cercare alternative a queste pratiche che causano dolore.
Vi sono casi in Europa in cui, purtroppo, le condizioni dei polli da carne non rispecchiano queste indicazioni.

Non lasciamo indietro i broiler

Attualmente:

  • la Direttiva europea 2007/43/CE richiede che tutti i polli debbano essere ispezionati almeno due volte a giorno e che, quelli che mostrano segni di problemi di salute o difficoltà a camminare, debbano essere curati o abbattuti immediatamente;
  • la stessa Direttiva consente come limite massimo di densità di polli in allevamento 42 kg/m2 purché il produttore soddisfi determinate condizioni;
  • l’allegato 10 della Direttiva 98/58/CE afferma che «La circolazione dell’aria, la quantità di polvere, la temperatura, l’umidità relativa dell’aria e le concentrazioni di gas devono essere mantenute entro limiti non dannosi per gli animali»;
  • l’allegato 15 della stessa Direttiva dichiara che «Tutti gli animali devono avere accesso ai mangimi ad intervalli adeguati alle loro necessità fisiologiche» e il 21 che «Nessun animale deve essere custodito in un allevamento se non sia ragionevole attendersi, in base al suo genotipo o fenotipo, che ciò possa avvenire senza effetti negativi sulla sua salute o sul suo benessere».

Nonostante ciò, queste norme non riescono a tutelare pienamente il benessere dei broiler, la cui vita è dolorosa anche solo per le caratteristiche per loro selezionate da noi esseri umani per poterne ricavare maggiore profitto. La Commissione europea deve creare standard per il loro benessere che tutti gli Stati membri devono seguire. Chiediamo che nella revisione della legislazione i broiler non vengano lasciati indietro.

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