La Commissione europea fa marcia indietro: stop all’aggiornamento delle norme sul benessere degli animali

Il programma di lavoro 2024 trapelato ieri a Bruxelles e che sarà presentato oggi in plenaria al Parlamento europeo mostra il mancato impegno dell’Europa verso l’abolizione delle gabbie e altri passi in avanti necessari alla luce delle attuali conoscenze scientifiche.
rui_noronha/iStock
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È confermato il mancato impegno della Commissione europea di proteggere miliardi di animali allevati in Europa con leggi aggiornate secondo i pareri dell’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, e i più recenti studi scientifici. Il programma di lavoro 2024, trapelato ieri a Bruxelles e che sarà presentato oggi in plenaria al Parlamento europeo, mostra che la Commissione sta facendo marcia indietro sull’impegno formale preso di proporre una normativa per vietare l’utilizzo delle gabbie negli allevamenti, e sta venendo meno alla sua responsabilità nel processo democratico di risposta alle Iniziative dei Cittadini Europei. Pubblicherà solo una delle quattro proposte di legislazione promesse, quella che riguarda il trasporto di animali vivi, entro la fine dell’attuale mandato.

Il documento trapelato

Era il 2020 quando la Commissione europea si è impegnata a rivedere la legislazione sul benessere degli animali nell’ambito della strategia Farm to Fork e del Green Deal.

L’epilogo sarà diverso, come denunciato da noi di ALI, insieme ad Animal Equality, CIWF Italia, Essere Animali e LAV, tutte organizzazioni aderenti a Eurogroup for Animals: secondo il programma di lavoro trapelato a Bruxelles, la Commissione non ha incluso tutte le proposte promesse per l’aggiornamento delle mai riviste normative di protezione degli animali allevati, risalenti a circa vent’anni fa, impegnandosi a presentare solo una proposta per modificare il regolamento sui trasporti di animali vivi, che sarà pubblicata a dicembre, prima della scadenza dell’attuale mandato.

Restano in sospeso le normative sugli animali da allevamento, sulla macellazione e sull’etichettatura. Preoccupa particolarmente l’assenza di una chiara tempistica per il regolamento sulle condizioni degli animali in allevamento, attraverso il quale la Commissione avrebbe dovuto mantenere l’impegno, preso formalmente e pubblicamente nel 2021, di proporre una legislazione per eliminare gradualmente le gabbie, in risposta all’Iniziativa dei Cittadini (ICE) End the Cage Age, firmata da 1,4 milioni di cittadine e cittadini.

Una nuova e migliore tutela del benessere animale in Europa è a rischio

La mancata menzione delle proposte normative sopra citate nel programma di lavoro rende molto probabile che vengano rimandate alla prossima Commissione, lasciando così miliardi di animali non protetti per i prossimi anni e il futuro delle proposte stesse in bilico.

Un altro importante documento mancante è il Quadro legislativo per i sistemi alimentari sostenibili (SFS Law), anch’esso atteso per la fine del 2023. La SFS Law avrebbe dovuto sostenere l’avanzamento verso una trasformazione del sistema alimentare incentrata sulla sostenibilità, un regolamento che avrebbe dovuto guidare le altre leggi UE legate all’alimentazione, portando cambiamenti in settori quali il consumo di cibo e i regimi alimentari, gli obblighi di sostenibilità per gli attori della catena di approvvigionamento alimentare e una maggiore trasparenza e più forti tutele sociali e ambientali nel commercio di prodotti ittici e agroalimentari.

Il rinvio di questa iniziativa faro della strategia Farm to Fork ostacolerà la necessaria trasformazione del sistema alimentare e non riuscirà ad allineare le politiche agricole e alimentari con gli obiettivi di sostenibilità e climatici dell’Unione europea.

Le associazioni: «Non ci arrenderemo»

«Siamo estremamente delusi dal fatto che la Commissione non abbia avuto la volontà politica di impegnarsi a mantenere la sua promessa, voltando le spalle ai cittadini e alla scienza. Per decenni abbiamo avuto numerosi dialoghi, valutazioni d’impatto e pareri scientifici. Le petizioni, le ICE e l’Eurobarometro speciale del 2016 dimostrano chiaramente che i cittadini europei vogliono di più per gli animali, eppure la lobby industriale, a cominciare da quella zootecnica, continua ad avere il sopravvento. Noi però non ci arrendiamo e continueremo a fare pressione affinché la Commissione europea si impegni a rispettare un calendario chiaro per le altre proposte, a cominciare dal promesso divieto dell’allevamento in gabbia. Il momento è adesso. Non accetteremo altri ritardi», dichiariamo con Animal Equality, CIWF Italia, Essere Animali e LAV.

Aggiornamento del 25/10/2023: purtroppo abbiamo avuto ulteriore conferma del ruolo delle lobby nella marcia indietro dell’Unione europea attraverso la recente inchiesta condotta da Lighthouse Reports con IrpiMedia e The Guardian, di cui consigliamo la lettura:

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