La sofferenza dei conigli allevati in gabbia per la carne

La coalizione italiana End the Cage Age chiede che il Governo italiano prenda una netta posizione contro l’uso delle gabbie negli allevamenti, sostenendo l’impegno della Commissione europea e promuovendo anche a livello nazionale l’adozione urgente di una normativa che ne vieti l’utilizzo.
Essere Animali
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La coalizione italiana a sostegno dell’abolizione delle gabbie negli allevamenti diffonde oggi una nuova investigazione realizzata in sette allevamenti italiani di conigli da carne in Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. Le immagini sono state filmate dagli investigatori di Essere Animali tra il settembre 2021 e l’aprile 2022.

Gli animali sono allevati in gabbie disposte in serie una a fianco all’altra, al cui interno vi sono 2 o 3 conigli adulti o 6-7 giovani conigli. Le gabbie sono interamente di rete metallica, anche nella pavimentazione, e prive di arricchimenti ambientali adeguati.

Le immagini, particolarmente crude, documentano:

  • la presenza di cadaveri all’interno delle gabbie;
  • la presenza di animali con lesioni alle zampe, causate dal continuo sfregamento sulla rete metallica, ma anche alle orecchie e alla testa, dovute all’aggressività che gli animali esprimono verso i propri simili quando costretti a vivere in un ambiente con così alta densità e con una possibilità di movimento limitata;
  • la manifestazione di stereotipie, comportamenti ripetitivi senza funzione apparente, come il compiere frequenti movimenti in circolo lungo le pareti della gabbia o mordere ripetutamente la rete metallica, altro evidente sintomo di stress.

Per documentare il comportamento degli animali nell’arco di una giornata, gli investigatori hanno anche installato per 12 ore una micro-telecamera all’interno di una gabbia dove erano rinchiusi due conigli. Queste registrazioni hanno confermato lo stato di apatia a cui i conigli sono sottoposti quotidianamente.

L’allevamento in gabbia priva i conigli dello spazio vitale sufficiente e di stimoli ambientali positivi, come dimostra la letteratura scientifica. La legge non disciplina le dimensioni minime delle gabbie e i conigli adulti hanno a disposizione uno spazio grande quanto un foglio A4, che non gli consente nemmeno di stare eretti sulle zampe posteriori. Anche secondo l’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, la maggiore problematica per i conigli allevati è la restrizione del movimento.

Per questo motivo, ai conigli allevati per la produzione di carne vengono somministrati notevoli quantità di farmaci, ma la percentuale di mortalità degli animali è comunque elevata, con un intervallo del 10-30% (dati EFSA, 2020).

“In ogni allevamento visitato, sono stati documentati casi di animali feriti, morti o con evidenti problemi comportamentali, e questo è un segno inequivocabile che l’allevamento in gabbia non è compatibile con il benessere degli animali”, sostengono le associazioni della coalizione italiana End the Cage Age.

L’Italia è uno tra i maggiori produttori europei di carne di coniglio. Circa 20 milioni di conigli sono allevati in gabbie come quelle documentate dal video di Essere Animali (dati Commissione europea, 2017). I maschi riproduttori trascorrono circa 2 anni della propria vita in queste condizioni prima di essere inviati al macello, le fattrici vengono avviate al macello dopo un anno, solitamente dopo aver partorito 6 figliate, mentre i cuccioli destinati alla produzione di carne sono uccisi a 70-90 giorni, quando raggiungono un peso medio di macellazione di 2,7 kg.

La coalizione italiana End the Cage Age chiede che il Governo italiano prenda una netta posizione contro l’uso delle gabbie negli allevamenti, sostenendo l’impegno della Commissione europea e promuovendo anche a livello nazionale l’adozione urgente di una normativa che ne vieti l’utilizzo.

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